Scheda
Tipologia bene scavato | Insediamento/Area ad uso funerario – Necropoli |
Regione | Marche |
Provincia | Macerata |
Comune | Serravalle di Chienti |
Localizzazione specifica | CTR 312160 (Taverne) |
Coordinate geografiche | 43°01’29.6″ N 12°55’06.1″ E |
Istituto-ufficio competente | Soprintendenza Archeologia delle Marche |
Anno campagna di scavo | 2010-2013 |
Responsabile di cantiere | Laura Casadei, Alessandro Albertini |
Responsabile scientifico | Nicoletta Frapiccini |
Società | Quadrilatero Marche-Umbria |
Descrizione
L’indagine archeologica condotta nella vasta area posta a ridosso del versante SE dell’altopiano di Colfiorito, lungo la strada che da Taverne porta a Dignano, ha permesso di rilevare la presenza di circa 150 buche di varia tipologia e funzione, alcune delle quali hanno restituito materiali ceramici (ceramica a squame, anse a gomito) che permettono di riferire la cronologia dell’insediamento ad un periodo compreso tra l’Eneolitico e gli inizi del Bronzo Antico (metà III millennio a.C.). Il complesso si trova in prosecuzione dell’altra estesa area indagata poco più a sud (vedi Area 3 – insediamento) determinando una superficie antropizzata di vastissime dimensioni.
Sono stati recuperati, inoltre, resti faunistici e industria litica, tra cui una punta di freccia. L’intera zona è solcata da paleoalvei formatisi in vari periodi, che arricchiscono il quadro delle oscillazioni climatiche di questo territorio. In particolare, uno di questi canali ha restituito diversi elementi riferibili ad epoca romana, da ricondurre a un insediamento ubicato nella zona più a monte. Sul lato SW dell’area di scavo è stato individuato, inoltre, un tracciato viario di età romana, costituito da un battuto ghiaioso misto a materiale fittile, sul quale sono visibili i solchi dei carri.
Sempre di epoca romana, del tutto eccezionale per l’altopiano plestino, è una sepoltura ad incinerazione, rinvenuta isolata al margine SE del sito. Si tratta di una piccola fossa quadrangolare che conteneva, assieme a pochi resti di ossa, alcuni oggetti di corredo, anch’essi con evidenti segni di combustione. Tra i materiali si segnala una ciotola in sigillata italica con bollo in planta pedis, che permette di attribuire la deposizione al I sec. d.C.
L’area è stata utilizzata come necropoli anche in epoca successiva, come attesta un piccolo nucleo di tombe a fossa, alcune delle quali foderate da pietre calcaree, in cui compaiono sepolture sia singole che multiple, quasi tutte caratterizzate da accantonamenti di ossa che segnalano successivi riutilizzi. La tipologia deposizionale, in assenza di materiali di corredo, permette di assegnare il complesso funerario ad un periodo compreso tra VI e IX sec. d.C.
Bibliografia essenziale